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Janela Indiscreta
 
sexta-feira, julho 02, 2004  

Il Gattopardo

para a Lídia




Principe: "Caro Fabrizio, leggi le terribili notizie sul giornale. I piemontesi sono sbarcati; siamo perduti, stanotte la mia famiglia ed io ci rifugeremo sulle navi inglesi. Di certo farai lo sterzo anche tu. Dio salvi il nostro amato Rei; Ti abbraccio".
- Che coniglio!
..."Un atto di pirateria veniva consumato l'11 maggio.... con l'aiuto di gente armata sbarcata al porto di Marsala. Il seguito si è saputo che è la banda di cerca 800 000 uomini... comandata da Garibaldi.
I briganti hanno evitato lo scontro con le truppe regie dirigendosi su Castelvetrano minacciando i cittadini e dandosi a rapine e devastazioni

Principess: Garibaldi!

Principe: Paolo, da stasera andrai nel palazzo a Palermo. Se lasciamo le casa, vuote, le perdiamo.

Principess: No! Per piacere, Fabrizio! È pericoloso! Fabrizio, no! C'è la guerra!...

Padre: È la rivoluzione...



Tancredi: Se non ci siamo anche noi, quelli creano la repubblica, si vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi.





Padre: Nostro Signore guariva i ciechi del corpo- ma i ciechi di spirito dove finiranno-.

Principe: Non siamo ciechi di spirito, ma solo esseri umani in un mondo in trasformazione. Che dovremmo fare? Alla Chiesa è stata fatta esplicita promessa di immortalità. A noi come classe sociale no. Per noi la promessa di durare altri 100 anni equivale all'eternità. Al di là di quanto possiamo toccare con mano, non abbiamo obblighi. La Chiesa sì. Lei deve averne perché è destinata a non morire.
Nella sua disperazione è compreso il conforto-

Padre: Eccellenza!

Principe: Credete che si un giorno la Chiesa potesse salvarsi sacrificando noi, esiterebbe a farlo?
Non esiterebbe, e farebbe bene.



Padre: I "Signori" come dite voi, non sono facili da capire. Loro vivono in un universo particolare, creato non da Dio, ma da loro stessi, durante secoli di esperienze specialissime, di affanni e di gioie, di gioie loro. Loro si rallegrano per cose delle quali a noi non importa niente, ma che per loro sono vitali. Non voglio dire che i signori sono cattivi, tutt'altro. Sono... differente.
Loro non badano a certe cose che per noi sono molto importanti. E magari hanno dei timori che noi ignoriamo. Per il Principe Salina, ad esempio, sarebbe un dramma rinunciare alla villeggiatura a Donnafugata, dove stiamo andando. Ma se uno gli chiede cosa ne pensa della rivoluzione, lui dice che non c'é stata nessuna rivoluzione e che tutto continuerà come prima.



Angelica: Che stornane stanze! Mi domando cono qualcuno ha potuto abitarci...

Tancredi: In realtà nessuno ni ha mai abitato, amore mio. Qui i miei antenati venivano a commettere piccole infrazioni e a procurarsi ricordi diversi da quelli dei comuni mortali.

Angelica: Piccole infrazioni...?

Tancredi: Già. Si annoiavano, amore mio!



Principe: Spiegatemi, Chevalley, essere senatore che significa? Che cos'è veramente? È un titolo d'onore?

Chevalley: Ma Principe! Il Senato è l'alta Camera del nostro Regno. In essa si esamino, si discutono, si approvano o si respingono quelle leggi che il governo propone per il progresso del paese. Da Senatore, lei potrà far sentire la voce di questa bellissima terra. Una terra che si affaccia ora al panorama del mondo moderno. Con tante piaghe da sanare, tanti giusti desideri da esaurire...

Principe: Sentite Chevalley. Sono molto grato al Governo di avere pensato a me per il Senato. Se si trattasse di un semplice titolo d'onore, con piacere, sarei pronto ad accettare. Ma cosi no, non posso accettare.

Chevalley: Oh, Principe!

Principe: Abbiate pazienza. Sono un esponente della vecchia classe fatalmente compromesso con il regime passato e legato a questo da vincolo di decenza, se non di affetto. La mia è una generazione infelice, a cavallo tra due monde e a disagio in tutti e due.
Inoltre io sono completamente senza illusione. Che se ne farebbe il Senato di un inesperto legislatore a cui manca la capacità di ingannare se stresso? Essenziale requisito per chi voglia guidare gli altri. No Chevalley. In politica non porgerei un dito me lo morderebbero ....



Principe: Il sonno, un lungo sonno. Questo é ciò che i Siciliani vogliono. Ed essi odieranno sempre tutti quelli chelli che vorranno svegliarli anche se per portare loro i più meravigliosi doni...
Da noi ogni manifestazione, anche la più violenta, è un'aspirazione all'oblio. La nostra sensualità è desiderio di oblio. Le nostre coltellate e i nostri spari sono desiderio di morte. La nostra pigrizia, la penetrante dolcezza dei nostri sorbetti sano desiderio di immobilità voluttuosa, cioè ancore di morte.
....Questo ambiente, la violenza del paesaggio, la crudeltà del clima, la continua tensione in ogni cosa...

Chevalley: Ma se gli uomini onesti come lei si ritirano, la strada rimarrà alle gente senza scrupoli né prospettive. Appunto ai Sedare, e tutto sarà di nuovo come prima, per alti secoli... Principe, lo prego, cerchi di collaborare.

Principe: Siete un gentiluomo, Chevalley, e considero un privilegio avervi conosciuto. Voi avete ragione en tutto. Tranne quando dite che i Siciliani vorranno migliorare. Non vorranno mai migliorare perché si considerano perfetti. La vanità in loro è più forte della miseria.

...Uno degli ufficiali chiese: "mai garibaldini cosa vengono a fare in Sicilia? A insegnarci le buone maniere", disse. "Ma non ci riusciranno perché noi siamo dei". Risero, ma non credo che capissero.







Principe: Noi fummo i gattopardi, i leoni ci sostituiranno gli sciacalli, le iene, e tutto quanto, gattopardi, leoni, sciacalli e pecore, continueremo a credere che siano il sale della terra.



Principe: ...O Stella, o fedele stella quando tu decederai à darmi un appuntamento meno effimero lontano da tutto, nella tua regione di perenne certezza?

para ouvir

posted by zazie on 21:20


 
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